Circa l’etimologia del nome ci sono diverse scuole di pensiero: c’è chi sostiene che il nome derivi dal latino “calendae”, parola con la quale i Romani indicavano il primo giorno del mese, per indicare che fiorisce il primo giorno di ogni mese per buona parte dell’anno (in senso figurato, vale a dire che fiorisce tutti i mesi). Un’altra scuola di pensiero sostiene invece che derivi da “calendario” poiché segna il ritmo del giorno aprendosi al mattino e chiudendosi al calar del sole e per questo motivo nei testi medievali si chiamava “solis sponsa” ovvero “sposa del sole”.
È una pianta erbacea di piccola taglia ridotta (la sua altezza va dai 20 a 50 cm), annuale o raramente biennale, rustica, pubescente, con fusto carnoso e ramificato. Presenta foglie oblunghe, di un verde lucente, sessili e a margine irregolare. Una volta al mese durante tutta l’estate appaiono fiori color arancio, grandi, raggruppati in capolini, i periferici ligulati, quelli centrali ermafroditi e tubulosi.
La calendula è un fiore ricco di storia e simbologia ed è citata in moltissimi testi greci. Sia per i greci che per i latini, il fatto che i fiori si aprissero al mattino per richiudersi al tramonto, era considerato un simbolo di sottomissione e di dolore per la scomparsa del sole, questa credenza ha fatto si che la calendula sia stata associata nel corso dei secoli ai sentimenti di dolore, noia e pena. L’associazione della calendula al sentimento del dolore compare ed è ben esplicitato anche nella mitologia greca. Secondo la leggenda, infatti, la calendula nacque dalle lacrime della dea Afrodite (Venere per i latini) disperata per la morte del suo amante, Adone che era stato trafitto da un cinghiale mandatogli contro da Ares (Marte per latini), suo gelosissimo marito.
L’uso dei fiori di Calendula officinalis in ambito medicamentoso ha effetti antispasmodici e cicatrizzanti. Il decotto prodotto con circa 50 g di fiori essiccati per litro d’acqua, è consigliato contro l’ulcera gastrica e l’afta; ha inoltre effetti sudoripari e preventivo-attenuanti dei dolori mestruali. Per il ciclo mestruale ha anche un effetto attenuante del flusso e regolarizzante. Viene a volte utilizzata all’interno di prodotti antistaminici per le allergie causate dalla polvere e dagli acari. Oltre alle precedenti indicazioni, nell’omeopatia la calendula viene consigliata anche in caso di ustioni, di cure dentarie e dopo il parto. L’olio di calendula è un oleolito, ottenuto dalla macerazione dei fiori di calendula officinalis in un olio vegetale, e dotato di una potente azione eudermica, perché in grado di migliorare lo stato della pelle; utile in tutti quei casi in cui risulta essere irritata e screpolata.