Il termine salvia deriva dal latino “sálvo”, che significa salvare o guarire. Il primo riferimento a questo termine lo troviamo in Plinio che descrive la pianta per le sue proprietà benefiche. “Officinalis” deriva da “offícina”, con riferimento al laboratorio medioevale, indicando quindi che l’uso della pianta aveva scopi medicamentosi.
La Salvia era conosciuta sin dall’antichità. I Galli la consideravano una panacea, in grado di guarire tutti i mali. I druidi la usavano contro febbre, tosse, paralisi, epilessia, ma anche per favorire il concepimento ed il parto. Ippocrate ne consigliava l’uso per curare le piaghe, mentre gli egiziani la utilizzavano per imbalsamare i morti. I romani la impiegavano per conservare la carne e credevano che la rendesse immortali.
La notorietà della Salvia è dovuta anche all’uso come pianta aromatizzante di largo impiego in cucina. Date le sue proprietà è molto utilizzata in campo erboristico (sotto forma di infusi e decotti) e cosmetico. Trova impiego in creme e prodotti per la cura della pelle, dei capelli e per l’igiene orale in caso di afte, gengiviti, alito cattivo e faringiti.